Quando si vuole sottolineare il ruolo di servizio pubblico della RAI si e’ soliti fare ricorso ad una serie di programmi, troppo spesso soltanto di un passato non tanto prossimo, che in qualche modo sono ascrivibili alla migliore divulgazione culturale.

In questo contesto uno dei titoli più significativi resta, dopo oltre 30 anni, il programma “A tu per tu con l’opera d’arte”. Un programma che si deve alla competenza, alla professionalità e all’estro di Franco Simongini.

Il nome di Simongini, eccellente critico d’arte sulle pagine di un quotidiano romano, resta giustamente legato soprattutto al suo lavoro per la RAI come regista di documentari sull’arte, un genere che ha avuto poco seguito nei palinsesti televisivi e che, negli anni ’70 e ’80, ha fortemente contribuito ad avvicinare alle forme artistiche della pittura e della scultura quelle che erano allora le giovani generazioni.

Simongini, del resto, era critico d’arte ma anche uomo di televisione, che aveva imparato a dialogare con i giovani attraverso il video già’ in “Cordialmente” e che aveva respirato l’atmosfera magica di quella redazione culturale unica nel suo genere quale era quella de “L’Approdo”.

Professionalità e competenza, dunque. Ma rivedendo alcune puntate di “Come nasce un’opera d’arte”, si coglie quel di piu’ rappresentato dalla conoscenza personale con gli artisti, quel senso di complicità che già si era visto in molte puntate di “Ritratto d’autore”, il meccanismo che rende semplice spiegare qualcosa agli altri perché la si conosce talmente bene da saperla rendere amichevole per chiunque. Sono come libri di testo quei ritratti di Manzù, de Chirico, Marini, Gentilini, Vespignani, Guttuso, in cui gli artisti escono dal video prepotentemente con la loro personalità prima ancora che con la loro arte.

Il filone viene ripreso in seguito con “Artisti d’oggi”, fino all’ultima puntata che il “Radiocorriere” riporta con il nome di Franco Simongini, quella del 2 aprile 1994 dedicata a Umberto Mastroianni.

“A tu per tu con l’opera d’arte” e’, invece, un verso corso di storia dell’arte, reso particolarmente affascinante dalla collaborazione di Simongini con Cesare Brandi e dalla voce irripetibile di Nando Gazzolo. Un percorso intrigante che porta lo spettatore a girare intorno ad un quadro o a una scultura quasi come volesse entrarci dentro e sezionarla, operazione che con la telecamera non era mai stata fatta con tale efficacia.

E’ molto importante che tutto questo materiale sia conservato nelle teche della Rai e che possa essere riproposto anche sotto forma di mostre multimediali, affinché altre generazioni possano usare questi “libri di testo” visivi anche se oggi in televisione non si riesce a trovarli.

Per questo la nostra direzione e’ sempre ben lieta di partecipare ad iniziative volte a valorizzare l’arte anche attraverso la programmazione televisiva d’archivio, che in questo modo trova una seconda lettura importante proprio in chiave di servizio pubblico.

E del resto, quando le capacità divulgative sono al livello di quelle di Simongini, non c’é da stupirsi se anche il più recente dei mezzi di comunicazione – internet – riporta centinaia di siti in cui di Simongini si parla e si evocano proprio quei grandi cicli di programmazione televisiva che hanno caratterizzato le stagioni più “alte” della storia della Rai e che la stessa Rai, proprio attraverso i nuovi canali digitali come Rai Click, torna a proporre come “gioielli” di famiglia.

Roma, 2006

Barbara Scaramucci, già Direttore Rai  Teche